Ikigai è una parola giapponese che in sostanza significa “il senso della vita” oppure “ciò che ti fa alzare dal letto ogni mattina”.
Il concetto di ikigai non mi era nuovo, ne avevo già sentito parlare ma non avevo approfondito perchè nel diagramma di Venn (vedi la foto nel paragrafo più in basso), c’era qualcosa che mi suonava male.
Non sono un’esperta, però ne so a sufficienza per capire che il concetto di trovare qualcosa per cui essere pagato stona con la filosofia giapponese. Considerando che ikigai esprime l’idea di gioia di vivere e che è un concetto nato a Okinawa, una delle zone blu dove la longevità è superiore alla media, mi suonava molto strano che la ragione di vita fosse legato al denaro.
Lo stile di vita degli abitanti di Okinawa si contraddistingue dai valori che vanno ben oltre un lavoro ben pagato. Seguono una corretta alimentazione, fanno attività fisica anche da anziani, è il luogo che ha dato origine alla disciplina del karate, camminano molto, vanno in bicicletta anche se devono percorrere lunghe distanze, meditano da quando sono in fasce… E’ una popolazione spirituale, il concetto del “ lavoro ben pagato che ti fa alzare la mattina” è puramente occidentale.
Loro vedono la vita in modo diverso. Nel libro Ikigai-ni-tsuite scritto nel 1966 dalla psichiatra Mieko Kamiya, considerata la madre della psicologia ikigai, è spiegato molto bene cosa sia di fatto per i giapponesi. Peccato non sia stato ancora tradotto in italiano.
Ikigai, business version
La pulce nell’orecchio me l’hanno fatta venire alcuni guru del marketing che ultimamente stanno parlando di ikigai come una nuova filosofia per raggiungere i loro obiettivi (di vendita, of course).
Non c’è niente di male a modificare un concetto per adattarlo al lavoro, ma l’ikigai è ben altro, sarebbe più corretto specificarlo.
Nell’ikigai for business – meglio distinguerlo – ci sono quattro punti a cui dare una risposta:
- cosa ami fare (se non ci fossero problemi di denaro e tempo)?
- cosa si bravo a fare?
- di che cosa ha bisogno il mondo?
- per che cosa potresti essere pagato?
Mettendo questi quattro punti in relazione tra loro, trovando una connessione tra l’uno e l’altro, trovi qual è il punto in comune: l’ikigai, appunto. E’ un buon metodo per trovare quello che effettivamente è il nostro vero talento, un lavoro che ci renda realmente felici e appagati.
La risposta a questi quattro punti crea una prospettiva diversa, meno occidentale forse, su come concretizzare gli obiettivi. La risposta finale (ikigai) crea un progetto e, come ti dicevo nel post Perchè non funzionano i buoni propositi, i desideri non si avverano, i progetti sì.
I quattro punti dell’ikigai
Nel diagramma di Venn vedi quali sono le domande principali alle quali dovrai rispondere. Le connessioni poi daranno altre informazioni: quello che ami connesso a quello in cui sei bravo definisce la tua passione, che connessa a quello per cui puoi essere pagato, crea la professione ecc.
Visto così sembra abbastanza complicato, rendiamolo più semplice ragionandoci su.
1 – Cosa ami fare?
Se non ci fossero problemi di denaro e tempo, cos’è che più di tutto ti piace fare? Cos’è che ti fa perdere la cognizione del tempo? Prova a ricordare cosa amavi più di ogni altra cosa quando eri piccolo, qualsiasi cosa scrivila, anche quello che non hai mai avuto il coraggio di fare. Ti piaceva scrivere, disegnare, cantare, fare la pasta, lavorare il legno…? Non escludere niente, hai idea di quanti architetti ci siano grazie ai mattoncini Lego?
2 – In cosa sei bravo?
Qual è il tuo talento? Cosa ti riesce bene senza sforzarti più di tanto? Non pensare di non avere capacità particolari, tutti abbiamo peculiarità che ci distinguono. Non considerare i giudizi altrui e lascia perdere l’ambiente che ci vuole tutti omologati. Fa attenzione soprattutto alle credenze limitanti, sono schemi mentali da spezzare. Qualcuno potrebbe avere più qualifiche di te, ma caratterialmente potrebbe non essere adatto. Ognuno ha il suo “pubblico”, il tuo carattere ti renderà unico nello svolgimento di un progetto in particolar modo se hai a che fare con la comunicazione e le interazioni sociali.
3 – Di cosa ha bisogno il mondo?
Ecco, questa è la domanda che mi ha perplessa, addirittura di cosa ha bisogno il mondo? Beh, se si intende mondo non come pianeta Terra ma come ambito lavorativo e sociale, allora ha più senso. Si potrebbe sostituire con “in che modo posso contribuire? Cosa posso dare/fare di diverso?” Possono esserci – e ci sono – milioni di insegnanti di pilates (la butto lì, giusto perchè è il mio ambito) che hanno più o meno tutti lo stesso stile e le stesse finalità, ma quanti di loro uniscono la pratica del pilates alla mindfulness? Questo ragionamento puoi adattarlo a qualsiasi professione: insegnanti, medici, artisti… un tuo talento o un tuo interesse, anche diverso dalla professione, potrebbe arricchirla e renderti unico.
4 – Per cosa puoi essere pagato?
La domandona che imbarazza un po’ tutti: per cosa puoi essere pagato? Le tue abilità, le tue capacita e il servizio che puoi offrire, in sostanza quello che emerso dai 3 punti precedenti, sono la risposta. Viviamo in un periodo storico particolare, stanno nascendo nuovi lavori e quindi nuove opportunità.
“Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento”
citazione erroneamente attribuita a Darwin ma che in realtà è un adattamento di Leon C. Megginson, un professore universitario autore di libri sul management, di un suo pensiero.
Molte professioni si stanno modificando e devono farlo se non vogliono morire. Per ogni competenza ci sono molteplici sbocchi del tutto nuovi, altri addirittura ancora da scoprire. A questo proposito mi viene in mente Luca Mazzucchelli.
Mazzucchelli è uno psicologo che, approfittando dell’opportunità del web, invece di aprire l’ennesimo studio ha creato un modo del tutto diverso e, sicuramente più soddisfacente, per svolgere la sua professione.
Scoprire il proprio ikigai
Trovare risposte che si armonizzino tra loro non è semplice, serve tempo, onestà con se stessi ed è necessario uscire dalla propria zona di comfort.
Scoprire che tipo di persone siamo ci dà elementi molto potenti per riuscire a trovare il nostro ikigai, per lo meno in ambito lavorativo. Passiamo la maggior parte della nostra vita lavorando, è necessario che si faccia qualcosa che sia in sintonia con noi, che ci faccia stare bene, che ci spinga a scendere dal letto alla mattina.
Dalla connessione tra i punti “cosa ami fare” e “in cosa sei bravo” esce la tua passione. Chiunque abbia ottenuto risultati e soddisfazioni dal suo lavoro, che non significa diventare famosi o milionari, parla di passione perchè è la spinta che ti porta ad ottenere esiti che altri non riuscirebbero ad ottenere.
Libri su ikigai
Se vuoi approfondire l’argomento, ti consiglio i libri che vedi di seguito. Molti libri sono anche in formato eBook, da preferire perchè più ecologici ed economici. Alcuni addirittura li potrai leggere gratuitamente, nell’articolo 5 eBook gratis sulla crescita personale ti dico come fare.
Ikigai: Il metodo giapponese. Trovare il senso della vita per essere felici
Ikigai, ciò per cui vale la pena vivere. Come scoprire ciò che devi fare e farlo con decisione